giovedì 4 giugno 2015

Umberto Saba - Trieste




Ho attraversato tutta la città.
Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.

Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.

La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.


1) Localizzazione:
Trieste è una poesia di Umberto Saba (pseudonimo di Umberto Poli), uno dei più importanti rappresentanti dell’Ermetismo. È tratta dalla raccolta Trieste e una donna, nel Canzoniere.
È stata composta tra il 1910 e il 1912. Nella poesia è descritta Trieste, una città che rispecchia molto la personalità del poeta.
Di Saba ricordiamo il Canzoniere, una raccolta di 426 componimenti, suddivisi tra opere della giovinezza, della maturità e della vecchiaia, un itinerario poetico della vita dell’autore.

2) Tema e struttura:
Anche in questa poesia, come in molte altre opere di Saba, l’argomento principale è Trieste, la città in cui è nato e vissuto. In realtà Saba, mentre descrive la sua città, parla un po’ di se stesso; il poeta si rispecchia in Trieste: l’asprezza della città e il suo aspetto non molto accogliente ma ricco di fascino si riflettono nel suo carattere.
Nella prima strofa, Saba descrive Trieste mentre sta facendo una passeggiata su una delle colline che circondano la città. In un primo momento la descrive oggettivamente poi, negli ultimi due versi della strofa, è presente un commento personale (siedo; e mi pare che dove esso termina/ termini la città//).
Nella seconda strofa descrive sempre la città, ma qui sono presenti più commenti e più riferimenti alla personalità dell’autore.
La poesia si chiude con una strofa che parla esclusivamente della personalità dell’autore.

3) Stile letterario:
Trieste” ha tre strofe, venticinque versi liberi e un irregolare numero di sillabe. Sono presenti alcune rime baciate.
Dal punto di vista fonetico si può notare un’assonanza con la lettera “t” nel primo verso (attraversata, tutta, città), che può ricordare l’aspetto non molto accogliente di Trieste ed è un omaggio alla sua iniziale.
Dal punto di vista sintattico osserviamo che la poesia è una descrizione molto soggettiva della città di Trieste. 
Dal punto di vista retorico troviamo due similitudini, una nel decimo verso, in cui il poeta paragona Trieste a un ragazzaccio rozzo e ingordo (è come un ragazzaccio aspro e vorace) e l’altra nel tredicesimo, in cui la paragona a un amore con gelosia (Trieste è come un amore con gelosia), perché essa può suscitare in chi la ama forti sentimenti ma anche un po’ di dolore.
Il poeta, inoltre, usa un linguaggio semplice ma profondo nei contenuti, cerca la verità nascosta dietro fatti apparentemente comuni.

4) Valutazione:
La poesia riesce a trasmettere l’amore per la solitudine e per la meditazione che al poeta piacciono tanto. Le stesse sensazioni Saba le prova per la sua città, una città con una “scontrosa grazia”. 
Riesce, anche, a trasmettere quel senso di benessere che l’autore prova quando è solo, quando si rifugia in quell’angolo adatto a lui, adatto alla sua vita pensosa e schiva.

È una poesia molto dolce, che fa riflettere sulla personalità e sulla riservata vita del poeta.


Bianca Sanfilippo

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