domenica 14 giugno 2015

Ugo Foscolo - Alla sera





Forse perché della fatal quïete
Tu sei l’immago a me sì cara, vieni,
O Sera! E quando ti corteggian liete   
Le nubi estive e i zeffiri sereni,

E quando dal nevoso aere inquiete
Tenebre, e lunghe, all’universo meni,
Sempre scendi invocata, e le secrete    
Vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge    
Questo reo tempo, e van con lui le torme

Delle cure, onde meco egli si strugge;
E mentre io guardo la tua pace, dorme   
Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.


1) Localizzazione: inserisci qui da dove è tratto il testo; parla anche dell’autore e del movimento letterario nel quale è collocato (trovi tutto sull’antologia).
Alla sera è uno dei più importanti sonetti di Ugo Foscolo (1778-1827), composto probabilmente tra l’agosto 1802 e l’aprile 1803 e collocato dal Foscolo, poeta italo-greco a cavallo tra il classicismo e il preromanticismo, in apertura della raccolta delle sue Poesie nel 1803. Altra sua opera famosa è il romanzo epistolare Le ultime lettere di Jacopo Ortis.

2) Tema e struttura: qual è il tema principale? In che parti del poema lo ritroviamo? Esistono altri sottotemi? Se sí, dove? 
Il tema del sonetto è lo scontro dell’eroe con una realtà storica fortemente negativa che genera sradicamento, infelicità, inquietudine, e cui unica soluzione è la morte. Già l’Alfieri aveva parlato di “titanismo” come dell’atteggiamento di indifferenza e ribellione contro ciò che limita la libertà dell’uomo.
Il sonetto foscoliano è diviso nettamente in due parti, che corrispondono alle due quartine e alle due terzine. La prima parte descrive lo stato d’animo del poeta davanti alla sera, la seconda, invece, è più dinamica perché rappresenta i processi legati al cuore del componimento, da cui si sprigiona il movimento lirico: il nulla eterno. Intorno ad esso, la morte come annullamento totale delle sofferenze del poeta, si organizza una duplice opposizione dove il primo membro annulla il secondo: il “reo tempo” si scioglie nel “nulla eterno”, lo “spirto guerrier” “dorme” mentre il poeta guarda “la pace” della sera.

3) Stile letterario: che tipo di testo è? se è un poema conta i versi, individuane la struttura e lo schema delle rime. C’è qualcosa di rilevante dal punto di vista fonetico (le lettere e i suoni), morfologico (parti del discorso), sintattico (analisi logica), metrico (rime baciate, enjambement, etc)?
Si tratta di un sonetto, cioè un poema composto da quattordici versi endecasillabi, divisi in due quartine e due terzine, con schema di rime ABAB ABAB CDC DCD. 

Dal punto di vista fonetico si può notare la presenza delle vocali “chiare” A, E, I nelle quartine, a evidenziare la soavità della sera. Nelle terzine appaiono anche le vocali “scure” O/U. Le consonanti giocano un ruolo importante: il numero di L, che potremmo considerare “consonante d’acqua”, e di R, “consonante di fuoco”, è pressoché equivalente: il poeta è riuscita a rendere dal punto di vista fonetico la lotta interiore tra il dolore e la pace, la agitazione e la calma, la rabbia e l’abbandono.

Dal punto di vista morfologico, sintattico e metrico notiamo che il centro dell’opposizione è dato da due verbi “dorme” e “fugge”, evidenziati anche dalla collocazione a fine verso, e ancor di più dall’enjambement che li separa dal soggetto, che è posposto (fugge/questo reo tempo; dorme/quello spirto guerrier). È interessante notare l’alternanza degli aggettivi dimostrativi “questo”/“quello” simili a quelli usati da Leopardi ne L’Infinito.

Dal punto di vista sintattico osserviamo il prevalere della paratassi (E quando/ e quando/, e le secrete. E intanto fugge/, e van con lui/ e mentre io guardo) che ci permette una lettura appassionata ed emozionante, quasi non riuscissimo a contenere il respiro (cfr.il canto di Ulisse dell’Inferno di Dante).

Dal punto di vista metrico, oltre alla presenza degli enjambements che danno un effetto di “legato musicale” al poema, notiamo la presenza di lessico poetico speciale già usato dal Petrarca (vagare, pensieri, orme). Solo e pensoso i più deserti campi/vo mesurando a passi tardi e lenti,/ e gli occhi porto per fuggire intenti/ove vestigio human l’arena stampi. Foscolo, che studiava e ammirava il poeta toscano, il cui Canzoniere conosceva bene, riesce a riproporre in un diverso contesto lo stesso delicato sentire.


4) Valutazione: esprimi la tua opinione personale

Questo è forse il sonetto di Foscolo che più amo. Anch’io mi son sentita, a volte, così: arrabbiata e poi all’improvviso più calma, come se l’incendio fosse stato spento da una cascata d’acqua. Anch’io ho visto, dentro il mio cuore, l’agitazione e la calma, la passione e la pace, il rosso del fuoco e l’azzurro del mare. Però io, al contrario di Foscolo, non ho desiderato sparire nel nulla eterno, bensì fondermi nel mondo come gocce di pioggia, essere ovunque, essere parte di tutto e di niente. Forse il Romanticismo è ancora molto presente nella nostra cultura.

LB

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