Munch, L'urlo, 1893. |
1) Localizzazione:
Il treno ha fischiato è uno dei più famosi racconti di Luigi Pirandello, autore appartenente alla modernità Novecentesca italiana. Nell'opera non si specifica il luogo in cui la vicenda è ambientata. Il tema centrale dell'opera è il contrasto tra la fluidità inarrestabile della vita e il ruolo immutabile che la società impone agli uomini, le maschere. Una famosa frase di Luigi Pirandello è “Uno, nessuno e centomila”, che indica le diverse maschere che ognuno di noi indossa durante la propria vita. Spesso bisogna togliersi la maschera per essere liberi ma, facendo ciò, spesso le altre persone pensano che si sia pazzi. La pazzia è l'unica via d'uscita, essere folle è modo per sfuggire dalle trappole della società, la famiglia e la condizione economica.
2) Tema e struttura:
il tema centrale dell'opera è proprio la pazzia, la quale ha influenzato molto la vita e lo stile di Pirandello (sua moglie, dalla quale non poteva separarsi, era pazza: era in trappola). La storia parla di Belluca, oppresso non solo da un’umiliante condizione lavorativa, ma anche da una squallida vita familiare, dovendo provvedere a moglie, suocera e sorella della suocera, tutte affette da cecità, e alle due figlie vedove con i loro sette bambini. La sua vita è un incubo. Anche i colleghi lo prendono in giro. Una notte, però, tutto cambia... Belluca sente un treno fischiare. Il fischio del treno lo scuote e gli apre una via di uscita, quando si rende conto che la vita è fatta anche di fantasia e immaginazione. Inizia così a parlare come un "folle" del treno e i colleghi pensano che sia impazzito, così lo mandanno all'ospizio. Solo un vicino di casa si rende effettivamente conto delle motivazioni che l'hanno spinto a tale gesto ed è l'unico a capire che il protagonista non è diventato pazzo, bensì il suo comportamento è stato una semplice reazione alla situazione diventata ormai insostenibile. Nella novella, l'ordine cronologico è invertito. Non si va dalla normalità alla pazzia ma dalla pazzia si risale alle cause che l'hanno determinata e si trasforma in normalità.
3) Stile letterario:
si tratta di una novella, il cui tema principale è la pazzia. L'opera è divisa in sette sequenze, le quali non sono disposte in ordine cronologico. A differenza di quanto accade in altri testi di Pirandello, in questo caso la protesta dell'uomo non è definitiva ed inarrestabile: egli, infatti, è disposto ad indossare nuovamente la sua maschera a condizione di poter evadere di tanto in tanto dalla dura realtà attraverso l'immaginazione. Lo stile di Pirandello fu influenzato molto dalla pazzia della moglie. Nell'opera si vede, infatti, che Belluca cerca di scappare dalle trappole della società, la famiglia e la condizione economica, anche se ciò lo fa sembrare "pazzo". La consapevolezza di indossare una maschera condanna l'uomo all'infelicità e a una solitudine terribile e senza speranza: essere se stessi, significa accettare di essere ritenuti folli. Il linguaggio è limpido e molto incisivo.
4) Valutazione personale:
quest’opera di Pirandello mi è piaciuta, perché racconta della realtà in cui certe persone sono costrette a vivere. La pazzia, secondo me, non esiste, perché ognuno di noi è diverso è ha il diritto di vivere in modo diverso, anche se ritenuto "strano". Lo stile di Luigi Pirandello mi piace molto perché racconta la realtà in cui alcune persone sono costrette a vivere e, spesso, devono "impazzire" per avere una vita "normale".
Ariana Lloshi
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