Ungaretti in trincea |
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
1) Localizzazione: Veglia è una poesia tratta da Allegria (1931) di Giuseppe Ungaretti (1888-1970), nato ad Alessandria d’Egitto, ma che ha vissuto in Italia. Egli è un poeta non solo “ermetico”, ma alcune caratteristiche lo avvicinano a questo movimento letterario, si può definire “poesia tra le due guerre”. Un’altra raccolta famosa è Il dolore (1947), dedicata al figlio morto.
2) Tema e struttura: Il tema principale è il dolore della guerra e il contatto quotidiano con la morte. Ungaretti, in questa poesia, descrive una notte in trincea al fianco di un compagno morto. Proprio in quel momento il poeta realizza quanto è attaccato alla vita.
3) Stile letterario: Veglia è una poesia composta da 16 versi e divisa in due strofe, in essa si trovano alcune rime baciate (nottata, digrignata, penetrata; buttato, massacrato, stato, attaccato) ma non seguono uno schema metrico preciso. Dal punto di vista fonetico possiamo notare la presenza della consonante “T” (nottata, buttato, scritto, lettere, attaccato) che dal mio punto di vista esprimono perfettamente l’orrore della guerra e il dolore. Dal punto di vista morfologico i verbi sono tutti al participio passato (buttato, massacrato, volta, penetrata, attaccato ) tranne due al passato prossimo (ho scritto, sono stato). Dal punto di vista metrico possiamo notare degli enjambement che rendono musicale e “legata” la lettura della poesia.
4) Valutazione: Questa poesia è molto bella è profonda. Quando la leggo mi immagino queste scene come se le stessi vivendo, danno proprio l’idea dell’orrore della guerra, mi vengono i brividi. Suscita molte emozioni: tristezza, dolore, ma anche speranza nell’ultima strofa.
Lucrezia Raggi
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