domenica 14 giugno 2015

Ugo Foscolo - A Zacinto



Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.


1) Localizzazione: inserisci qui da dove è tratto il testo; parla anche dell’autore e del movimento letterario nel quale è collocato (trovi tutto sull’antologia).
A Zacinto è uno dei più importanti sonetti di Ugo Foscolo (1778-1827), poeta italo-greco a cavallo tra il classicismo e il preromanticismo. Altra sua opera famosa è il romanzo epistolare “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”.

2) Tema e struttura: qual è il tema principale? in che parti del poema lo ritroviamo? esistono altri sottotemi? se sí, dove? 
Il sonetto è dedicato a Zacinto, isola greca del mar Ionio, patria del poeta. Tema fondamentale è proprio la nostalgia della patria perduta, espresso lungo le prime tre strofe attraverso dei riferimenti alla mitologia greca (Venere, Omero, Ulisse). Altri temi sono l’esilio e “l’Illacrimata sepoltura”. I primi argomenti sono classicisti, gli ultimi sono già Romantici.

3) Stile letterario: che tipo di testo è? se è un poema conta i versi, individuane la struttura e lo schema delle rime. C’è qualcosa di rilevante dal punto di vista fonetico (le lettere e i suoni), morfologico (parti del discorso), sintattico (analisi logica), metrico (rime baciate, enjambement, etc)?
Si tratta di un sonetto, cioè un poema composto da quattordici versi endecasillabi, divisi in due quartine e due terzine, con schema di rime ABAB ABAB CDE CED. 
Dal punto di vista fonetico si può notare la presenza della consonante “s”, sia nella sua versione sorda (sacre sponde, verso, diverso, prescrisse, sepoltura) che sonora (specchi, isole, esiglio, sventura, petrosa -nel nord Italia-). Questa consonante, anche detta “sibilante”, è onomatopeica e ci può ricordare il vento che soffia costantemente sulle isole del mar Mediterraneo. 
Dal punto di vista morfologico notiamo la presenza di dieci verbi in tutti e tre i tempi principali dell’indicativo: sette al passato -remoto- (giacque, nacque, fea -fece-, tacque, cantò, baciò, prescrisse), uno solo al presente (specchi), due al futuro (toccherò, avrai). Ciò può voler dire che il poeta racchiude tutte le sue speranze nel passato, in un passato mitico o mitizzato, entre l’infanzia e il sogno.  Evidente il pessimismo del poeta anche dall’uso della triplice negazione del primo verso (Né più mai). 
Dal punto di vista sintattico osserviamo che questo sonetto è un dialogo affettuoso e nostalgico tra il poeta -Io soggetto sottinteso - e la sua isola personificata -“Zacinto mia”, “o materna mia terra” complemento di vocazione-. 
Dal punto di vista metrico notiamo la presenza di molti enjambements che danno un effetto di “legato musicale” al poema. 

4) Valutazione: esprimi la tua opinione personale

A Zacinto è un poema molto conosciuto e amato. Anche in me ha suscitato pensieri profondi: la nostalgia per l’infanzia e per la casa al mare, il timore del futuro e di quello che rappresenta. Mi è piaciuto il riferimento alla mitologia greca, argomento che amo molto. Non mi è piaciuto molto il pessimismo del poeta, ma mi rendo conto che i suoi fossero tempi duri. Al contrario di Foscolo, infatti, io son fiducioso nel presente.

LB

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