mercoledì 3 giugno 2015

Giuseppe Ungaretti - Non gridate più





Cessate d’uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.

Hanno l’impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell’erba,
Lieta dove non passa l’uomo.


1) Localizzazione:
La poesia Non gridate più appartiene alla raccolta Il dolore, scritta nel 1947 da Giuseppe Ungaretti. Costui nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1888, all’età di 24 anni si trasferì a Parigi dove strinse  amicizia con numerosi artisti, tra i quali De Chirico e Picasso. Aderì al movimento fascista,nonostante ciò ospitò e nascose l’amico Umberto Saba, di religione ebraica, in casa propria. Fu l’iniziatore e maestro dell’Ermetismo e, prima di morire a Milano nel 1970, curò l’edizione delle proprie opere. L’ Ermetismo è uno stile letterario difficile da comprendere perché ricco di significati che possono essere interpretati in modi differenti ed è caratterizzato dall’uso di metafore, analogie e sinestesie.

2) Tema e struttura: 
Questa poesia è indirizzata a tutti i sopravvissuti  che continuano a considerarsi nemici anche se il conflitto è terminato e non hanno imparato ad essere fratelli e a vivere insieme, rendendo inutile il sacrificio di migliaia di uomini. Il tema principale è la sofferenza, sia personale, a causa della morte del fratello Costantino e del figlio Antonietto, sia collettiva, a causa della guerra appena conclusa. Altri sottotemi sono il contrasto tra la vita e la morte che si nota nella differenza tra primo verso e il settimo (Cessate d’uccidere i morti e crescere dell’erba), la condanna della guerra e l’invito alla fratellanza nel secondo verso (non gridate più, non gridate) e ascoltare gli insegnamenti dei morti in battaglia nei versi 4 e 5 (se li volete udire,se non volete più perire).

3) Stile letterario: 
Non gridate più è una poesia suddivisa in due quartine di versi liberi di varia lunghezza. Nella prima quartina, il poeta rimprovera gli uomini e la tragica guerra e nella seconda, invece, più intima e ricca di dolcezza e delicatezza, ndedica il silenzio ai defunti. E’ presente una rima baciata al verso 3 e 4 (udire/perire). In questa poesia la sfera uditiva è quella che prevale maggiormente (gridare, udire, sussurro, rumore).  Dal punto di vista metrico troviamo un enjambement  al  verso 2 e al verso 6 (gridate e rumore), un’anafora  al verso 3 e 4 (se li volete ancora udire e se sperate di non perire ), una ripetizione al verso 2 (non gridate più, non gridate). Dal punto di vista morfologico, nei primi due versi i verbi sono per la maggior parte imperativi (cessate, gridate).

4) Valutazione: 
Questa poesia mi ha toccato molto, riuscivo a percepire le lacrime che cadevano dal suo volto e bagnavano il foglio ma anche la sua rabbia che trasmetteva con parole solenni. Cercava di onorare i defunti ma le persone continuavano a ucciderli e disprezzarli ed essi allora non riuscivano più a mandare messaggi forti e chiari ma solo piccoli sussurri. Ungaretti amava molto il figlio e il fratello e vedere le persone che trattavano i defunti come semplici pezzi di carne secondo me l’ha spinto a scrivere questa poesia. 

Alessia Farello

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